Diario di un italiano a Budapest: quando la buona volontà viene premiata


Questa volta con Nati Precari On The Road restiamo nel continente europeo, spostandoci un po’ più a Nord. Incontriamo, allora, Federico Preziosi di Atripalda che, dopo aver studiato Musicologia a Roma, non riuscendo a trovare un lavoro in linea con il suo percorso di studi universitari, decise di mettersi in gioco. Come? Mettendo da parte sogni e passioni per un lavoro qualsiasi. Ma anche in quel caso, le difficoltà non mancarono. “Avendo difficoltà persino a trovare lavori per cui non fosse richiesto un alto grado di istruzione”, spiega Federico: “Mi decisi a tornare in Ungheria, dove precedentemente ero stato in Erasmus e con il Servizio Volontario Europeo”. Ed è proprio qui che, grazie alle competenze maturate in ambito sociale, e al conseguimento di un Master per insegnare italiano agli stranieri, che la vita di Federico è cambiata, davvero.

Raccontaci di te. Quali sono le tue passioni? “La musica, naturalmente! Lascolto ogni giorno per tutto il giorno. In Italia militavo in un gruppo rock strumentale, Slow Motion Genocide con il quale ho pubblicato un ep e un album. Inoltre, adoro leggere. Negli ultimi tempi ho intrapreso un mio personale viaggio nel mondo della poesia: ho pubblicato Il beat sullinchiostro, un libro di poesie slam, a cui presto seguirà Andirivieni”.

Dove vivi attualmente? E da quanto tempo ti sei trasferito qui? “Vivo in Ungheria, a Budapest, da settembre. Scelsi di trasferirmi qui, dopo aver vissuto per tre anni a Debrecen, per motivi personali, ma soprattutto per le maggiori possibilità lavorative che la città poteva offrirmi”. E continua: “ Da quando sono qui, infatti, posso dire di essere entrato a tutti gli effetti nel mondo del lavoro. Ed era quello che volevo! Sento di avere un ruolo nella società, sensazione che non avvertivo in Italia”.

Perché hai deciso di fare le valige e allontanarti dall’Italia? Perché ho capito che la buona volontà e la voglia di mettersi in gioco non erano sufficienti per vivere senza mamma e papà”.

Quando sei arrivato a Budapest, quali sono state le prime cose di cui ti sei dovuto occupare? “Qui a Budapest sono stato alle prese con un sacco di burocrazia: codice fiscale, domicilio, tessera sanitaria ecc. Per il resto avevo già degli amici che mi hanno aiutato e che vivono qui da un po, per fortuna”.

In Italia avevi già avuto esperienze in campo lavorativo? Si è trattato per lo più di lavori stagionali, in una rosticceria e in una libreria”.

Ora, invece, di cosa ti occupi? Insegno lingua italiana all’Istituto Italiano di Cultura a Budapest, lavoro in una scuola di lingua, sempre a Budapest, e mi occupo della gestione dei social network per conto di un’associazione”.

Hai un contratto? Se sì, a tempo determinato o indeterminato? “Ho un contratto a tempo indeterminato e altri a progetto”.

Il lavoro che attualmente svolgi è in linea con le tue aspettative?In parte sì. La cosa bella è vedere come di anno in anno si aprano sempre nuove possibilità per le mie posizioni. Questo è gratificante, si ha sempre la sensazione di poter migliorare la propria condizione lavorativa”.

Ti piace? Ti ritieni soddisfatto? Certamente! L’insegnamento è un lavoro per me appagante, soprattutto dal punto di vista umano e culturale. Amo insegnare e mi diverto anche moltissimo in compagnia dei miei studenti . Anche il lavoro sul web mi ha fatto crescere molto. Tutto questo, inoltre, mi ha fatto vivere con una certa serenità la mia vita, anche da un punto di vista economico”.

Le prospettive economiche e le opportunità professionali che l’Ungheria ti offre, sono diverse rispetto a quelle riscontrabili in Italia? In che modo? La situazione in Ungheria è estremamente favorevole in questo momento. Chi conosce linglese può accedere a un posto di lavoro con facilità, aspirando così a quelle condizioni minime che in Italia, quando l’ho lasciata, non erano garantite. Nel complesso, poi, i prezzi sono più bassi in Ungheria che in Italia: il cibo e lo svago costano molto meno. Lunico problema serio per il momento è rappresentato dagli affitti, che stanno salendo alle stelle”.

C’è qualcosa che ti manca dell’Italia? “Mi mancano i miei cari! Così come i miei amici, ma per fortuna la tecnologia colma in parte questa distanza. Mia madre su Whatsapp e lanciatissima, sono perfettamente aggiornato su tutto. Poi i voli per Napoli sono economici e frequenti, la tratta è breve insomma, non sarebbe diverso se vivessi, per esempio, a Milano o a Torino. A Budapest, poi, la comunità italiana è grande, ci sono dei luoghi dove ci sono talmente tanti connazionali che non ti accorgi nemmeno di essere all’estero!”.

Quale consiglio daresti ad un tuo coetaneo?Abbi la testa più dura del cemento e rompi le scatole a tante persone. Porta sempre un po di amore dentro, ovunque tu vada, e non te ne vergognare mai. Lavora col sorriso, ma non bluffare. Mettici energia e allegria qualunque cosa tu faccia. Noi italiani siamo famosi per questo, non lo dimenticare!”.