Poste Italiane: i mesi passano ed i problemi restano

Poste Italiane: i mesi passano ed i problemi restano. Manifestazioni su manifestazioni ma nulla sembra cambiare sul fronte occupazionale.

In questo caso l’operazione è molto semplice assunzioni più assunzioni più assunzioni più assunzioni ecc. ecc. peccato che il risultato non sia una maggiore stabilità, ma al contrario una produzione standardizzata di precarietà in cui, nuovi lavoratori precari, si aggiungono continuamente ad una platea già folta di lavoratori minacciati dalla provvisorietà della propria condizione professionale. E come nell’infausta catena di montaggio di chapliniana memoria, anche in questo caso, gli ingranaggi hanno finito per ingurgitare gli ignari addetti alla catena.

A riportare l’attenzione sulla grave condizione vissuta da uno stuolo sempre più numeroso  di precari delle Poste Italiane è Giovanni Paolo Pulvirenti, sindacalista della sigla sindacale Slg Cub Poste. Dopo le manifestazioni che, nei mesi scorsi, si sono succedute a Roma, Milano, Genova, Torino, Firenze, Bologna, Ancona e Catania, lo scorso 13 febbraio, le proteste per una condizione che sta diventando giorno dopo giorno sempre più paradossale, hanno interessato anche il capoluogo campano.

Anche Napoli è diventata il palcoscenico dell’ennesima protesta da parte dei lavoratori e delle lavoratrici di Poste Italiane. “Le persone vanno in pensione ma continuano a verificarsi solo assunzioni a tempo determinato – esordisce il sindacalista – noi chiediamo che il Governo, che è azionista di maggioranza (ndr. Investitori istituzionali 15,73% – Investitori istituzionali 20,02% – Ministero dell’Economia e della Finanza 29,26% – Cassa depositi e prestiti 35%) intervenga e faccia qualcosa per porre fine a questo interminabile effetto domino”.

La soluzione? Una maggiore stabilità che passerebbe, però, attraverso l’istituzione di una graduatoria costruita su base regionale : “Noi chiediamo che per sopperire alle persone che vanno in pensione, anziché ricorrere alle assunzioni a tempo determinato, si proceda ad un graduale reinserimento del personale, che già è stato sotto contratto a tempo determinato. Tale graduatoria se fatta su base regionale garantirebbe una maggiore stabilità del personale, che non si vedrebbe ancorata a contratti a termine ma al contrario a contratti a tempo indeterminato”.

La speranza è l’ultima a morire. . .! Tantissime le aspettative da parte dei precari delle Poste Italiane, i quali si augurano che con il nuovo ed ormai prossimo Governo, la loro condizione possa quanto meno migliorare, stabilizzandosi.