Scatta e Racconta. Un’italiana in Francia

Con un nuovo appuntamento di Scatta e Racconta, ritorniamo in Francia. Dopo aver conosciuto Antenisca a Caen, ci siamo fatti trasportare dalle correnti del fume Garonna e dalla passione per la musica classica e siamo giunti fino a Bordeaux. Ed è proprio qui che abbiamo fatto conoscenza di una palermitana doc, che di strada ne ha fatta! E non solo professionalmente.

Lei è Maria Luisa Macellaro La Franca, una direttrice d’orchestra tutta made in Italy, anzi made in Sud.

E per chi come lei ama la musica, e ancor più aspira a rendere questa passione una vera e propria professione, sa bene che la strada sarà quasi sempre irta di difficoltà, lastricata di sacrifici, ma soprattutto di scelte. Scelte importanti a cui seguiranno altrettante decisioni di egual peso e misura che chiunque, valutando le potenzialità di una carriera nel mondo della musica, sa che dovrà prima o poi prendere.

Decisioni delicate, come quella di uscire dai confini nazionali per poter trovare la propria strada e soprattutto per poter costruire il proprio futuro. Ed è in parte quello che è accaduto anche a Maria Luisa che ha ben presto ha dovuto lasciare Palermo per entrare in quel novero di donne – purtroppo ancora molto ristretto – che con passione e dedizione, hanno raggiunto il podio più alto, quello di direttore d’orchestra.

I numeri delle direttrici d’orchestra donne sono ancora molto bassi rispetto a quelli dei loro colleghi direttori, eppure, in un mondo in cui il dominio maschile è stato da sempre così totalizzante, qualcosa è cambiato. Qualcosa sta finalmente cambiando.

E se Palermo è stata la sua culla, l’Europa è diventata ben presto il palco, anzi il podio da cui ha diretto alcune importanti scelte della sua vita. Dopo essersi allontanata dal Belpaese, si è trasferita a Zurigo, e poi in Francia, e più precisamente a Bordeaux dove attualmente è direttore stabile dell’orchestra sinfonica Unisson Acm e della Camerata Aquitania.

Ci parli un po’ della sua passione per la musica?La mia passione per la musica è nata per caso e per errore . All’età di 7 anni ho chiesto a mio zio una Barbie e lui, invece, mi ha comprato un pianoforte elettrico. All’inizio è stato un dramma! Avevo chiesto una bambola e mi ritrovavo con un coso che faceva note. Non avendo altre possibilità, iniziai a giocare con questo strumento per poi arrivare ad innamorarmene poco dopo. Naturale e conseguente fu poi la richiesta che feci qualche tempo dopo ai miei genitori di voler imparare davvero a suonare il piano“. E continua: “Ed è così che da subito è iniziata la mia carriera, avevo appena 10 anni e già partecipavo a concerti e concorsi“.

E cosa vuol dire per lei dirigere un’orchestra? Dirigere una orchestra è una grande responsabilità ma anche una grande gioia. E’ straordinario fare musica con tante persone ed essere in osmosi con loro. Davvero una bella avventura“.

Attualmente di cosa si sta occupando? Di tante cose, prima fra tutte di reintegrare i nomi delle donne compositrici nei libri di storia (sono 2500 circa e nessuna è citata, semplicemente uno scandalo ed una ingiustizia)“.

Si parla sempre più spesso di giovani che decidono di allontanarsi dall’Italia per avere maggiori e migliori opportunità lavorative all’estero. Questa fuga dei talenti, sta interessando anche i giovani che hanno investito le loro energie e la loro formazione nella musica?Purtroppo si, siamo tantissimi a fuggire. Una grave perdita non solo per noi, ma anche per lo Stato italiano che ha contribuito alla nostra formazione, ed invece di usufruire della stessa, la offre gratuitamente ad altri Paesi“.

Cosa l’ha portata ad allontanarsi dall’Italia? Come è cambiata la sua vita da quando si è trasferita?
Il mio sogno di diventare concertista. Ho provato a farlo a Palermo, ma non ci sono riuscita! Ma da quando mi sono trasferita la mia carriera ha fatto un salto di qualità. La mia vita  è cambiata molto. Prima vivevo con una grande famiglia, oggi sono sola per inseguire e perseverare nel mio sogno, lontana dal mio paese, dal suo profumo e dai miei affetti“. Però aggiunge: “Tuttavia, uscendo dai confini nazionali si ha la possibilità di collaborare con grandi artisti in diversi paesi, viaggiare e conoscere culture nuove. E tutto questo è un qualcosa di semplicemente magico e profondamente costruttivo“.

 In Italia, per chi volesse intraprendere un percorso professionale come il suo, quali sarebbero le difficoltà maggiori che incontrerebbe?Tante, soprattutto se si considera l’Italia come un paese che continua a sottostimare il valore degli introiti che possano derivare dalla cultura. A tutto questo si aggiungono i continui tagli e la mancanza di fondi e di opportunità. Insomma l’Italia è un paese dove non è più possibile sviluppare la propria carriera artistica per ovvi motivi“.

 Se dovesse dare un consiglio ad un aspirante direttore, cosa gli direbbe? Le/Gli direi di non demordere mai, perché per avere un grande futuro bisogna avere un grande sogno!”