Scatta e racconta: un’italiana a Tolosa

Con Scatta e Racconta si vola fino a Tolosa, in Francia, per incontrare Daniela che tramite il Servizio Volontario Europeo ha avuto la possibilità di trasferirsi all’estero e iniziare una nuova avventura.

C’è un periodo nella vita di tutti gli universitari in cui si apre davanti ai propri piedi un baratro, che apparentemente sembra insuperabile. Ognuno vive il periodo a ridosso del conseguimento del titolo con un misto di paura e insicurezza legate al dopo laurea. A questo periodo non è sfuggita Daniela, che però si è rimboccata le maniche e ha trovato il Servizio Volontario Europeo, come esperienza post laurea. La nuova avventura l’ha portata in Francia, e più precisamente a Tolosa.

Attualmente di cosa ti occupi? 

Lavoro da un anno come assistente import export per un’azienda informatica e questo mi permette di far parte di un’equipe internazionale, utilizzare le mie competenze linguistiche e vivere dignitosamente in una città vivace e soleggiata

Perché sei partita?

Nel 2015 ero andata in Inghilterra per tre mesi per i miei studi. Ritornare in Italia mi ha lasciata con l’amaro in bocca: mi ero resa conto che il mondo è grande e che riserva tante opportunità quando invece in Italia il futuro mi sembrava abbastanza grigio e senza via d’uscita. Il mio ultimo anno di università, passato tra lo studio fino a tarda notte e il lavoro come promoter mal pagato, mi ha convinta ancora di più che la soluzione era partire! Ho passato quindi gli ultimi mesi prima della laurea a cercare delle opportunità per poter partire, fin quando ho trovato nel Servizio Volontario Europeo l’opportunità che aspettavo“.

E continua: “Dopo qualche ricerca, ho trovato il mio progetto. Nove mesi in un paesino di campagna della Francia, a un’ora da Tolosa, come volontaria per un museo e, contemporaneamente per l’ufficio turistico. Ed è così che, una volta aver passato i colloqui di selezione, sono partita solamente 3 settimane dopo la mia laurea“. 

Come è cambiata la tua vita ?

Tutto è cambiato. Prima di partire vivevo ancora con i miei genitori, non avevo indipendenza. Ora ho un lavoro, un appartamento per me e il mio compagno (che ho conosciuto qui)e dei bei progetti per il futuro. Non è stato tutto facile, anzi. Dopo il Servizio Civile Europeo ho avuto un periodo difficile da cui non sapevo se fossi riuscita a uscirne o meno“.  

Cosa ti manca dell’Italia?

Mi manca la mia famiglia visto che non posso tornare spesso in Italia e, quasi sempre, per poco tempo. Mi mancano le ghiottonerie che hanno caratterizzato la mia infanzia, ma tutto sommato su questo punto mi posso consolare con nuovi sapori che non conoscevo!” 

Quali sono i problemi che vedi intorno a te?

Molte le difficoltà per trovare un alloggio, in quanto, soprattutto nelle grandi città, vengono richiesti molti documenti e garanzie che, per chi come me si era da poco trasferito, erano difficili da ottenere. Allo stesso modo, la burocrazia è lenta e complicata: le pratiche con i centri dell’impiego, con le banche e d’iscrizione all’assistenza sanitaria sono lunghe, ma spesso indispensabili per poter vivere nel Paese“. 

Che consiglio daresti ad un tuo coetaneo?

Non accontentarti di una situazione che ti rende infelice per la paura del cambiamento. Penso che certe volte sia necessario prendere dei rischi per poter avanzare nella vita. E a chi pensa di partire direi di provarci, male che vada sarà  un’esperienza che, in un modo o nell’altro, contribuirà alla propria crescita personale“.