Precari alla riscossa: diamoci una mossa

Precari il 4 ottobre si scende in piazza! La protesta incalza. Gli animi si scaldano. Troppe le promesse mai mantenute e, ancor di più, le leggi considerate inefficaci nel risollevare le sorti di tanti uomini e donne accomunati, ancora oggi, da un triste destino. Quello segnato dalla precarietà.

Dopo la la rabbia e la delusione arriva la protesta. Quella dei precari del Cnr e della scuola, che mercoledì manifesteranno a Roma, davanti alla sede del Miur. “Dal 2012 al 2017 c’è stato un definanziamento di 130milioni di euro, che ci ha portato in questa situazione – non lasciano scampo a possibile incertezze le parole di Alberto Buccero, membro del coordinamento Precari Uniti Cnrattualmente per stabilizzare i precari del Cnr servirebbero 120milioni di euro l’anno, ed è quello che speriamo di ottenere”.

E continua: “La protesta sotto il palazzo del Miur – continua Alberto Buccero – è per far ottenere una risposta dalla ministra dell’Istruzione e della ricerca Universitaria, Valeria Fedeli, in quanto noi dipendiamo dal suo ministero, solo una volta ottenuto il suo sì avrà senso portare le nostre voci al Ministero dell’economia e della finanza”.

La situazione attuale però affonda le radici nel tempo. Risale a circa 7 mesi fa, la firma del Decreto Madia sul Pubblico impiego. Il nuovo testo unico avrebbe dovuto, all’interno di una riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche, permettere una riduzione – o, quantomeno, stabilizzazione – del precariato nella Pa. Il condizionale, in questo caso, è d’obbligo! Le cose, infatti, sono andate diversamente da quanto era stato previsto.

Sebbene l’art. 20 del suddetto dlgs. – denominato “Superamento del precariato nelle pubbliche amministrazioni” – prevedesse l’assunzione da parte della Pa di personale non dirigenziale a tempo indeterminato, “tramite una conversione del contratto da determinato a indeterminato, oppure, tramite concorsi riservati”, tali assunzioni sarebbero state impedite, nella pratica, dalle limitazioni economiche degli enti. I quali, in molti casi, sarebbero stati costretti a ricorrere a progetti di ricerca e commesse esterne per recuperare risorse finanziarie e far fronte ai problemi di bilancio.

Inoltre, “dal 2012 ad oggi, a causa del blocco del turn over, si sono perse circa 700 posizioni a tempo indeterminato, aumentando di conseguenza i posti a tempo determinato”, conclude lo stesso Buccero.

Ad oggi, la stabilizzazione dei precari della ricerca appare un lontano miraggio! Ed è proprio per rivendicare l’applicazione della Madia e le risorse necessarie per rilanciare un settore fondamentale per lo sviluppo e l’innovazione italiana, quale la Ricerca Pubblica, che i PrecariUnitiCNR, insieme a FIR CISL, FLC CGIL e UIL Scuola RUA, indicono un primo presidio di tutti i precari della ricerca per domani – 4 ottobre 2017 – a Roma.