Personal branding e soft skills: ecco su cosa puntare

Riuscire a districarsi tra i milioni di annunci di lavoro e di portali online richiede, senza dubbio, tantissima tenacia, costanza e perseveranza. Mantenere il proprio CV sempre aggiornato, così come il proprio profilo LinkedIn, è ormai una prassi ben consolidata. Fare personal branding appare quanto mai necessario per aumentare la propria visibilità: la speranza è che attraverso una cura costante dei propri canali social dia effettivamente qualche chance in più nel mondo del lavoro.

Fare personal branding non è facile, ma neppure impossibile. Presentarsi nel migliore dei modi, così come promuovere la propria professionalità  sui social e non solo richiede un costante impegno. Far sì che la nostra identità digitale emerga, restituendo un’immagine che, non solo, ci valorizzi ma che sia soprattutto in grado di rappresentarci a pieno, è davvero importante. Lo afferma anche Marco Portello, branch manager di ADHR GROUP, che sottolinea: “Al giorno d’oggi per trovare lavoro, fare rete e mettersi in contatto con le realtà imprenditoriali nazionali e internazionali, sia  quanto mai necessario prediligere i canali social e digital“.

Quali sono attualmente le figure più richieste ?

“Le aziende cercano di puntare il più possibile sui giovani, e  le soft skills – adattamento, problem solving, organizzazione, flessibilità, proattività – in particolar modo, rivestono un ruolo fondamentale. Si tratta di abilità e capacità in parte innate e, in parte, acquisibili con il tempo e con l’esperienza. Il sapersi mettere in gioco è fondamentale per apprendere il più possibile e diventare sempre più competitivi e professionali nel mondo del lavoro”. 

 

Quali sono gli errori che i candidati commettono maggiormente ?

“Spesso i candidati non hanno chiara l’idea di quello che realmente vogliano fare, delle loro competenze, delle loro conoscenze e predisposizioni. A volte non sanno cosa richieda il mercato, o semplicemente non sono consapevoli di ciò che vogliano fare professionalmente.  Molto spesso arrivano al colloquio più con la curiosità che con la consapevolezza di mettersi in gioco“.

Quale consiglio darebbe ad un giovane che sta cercando lavoro ?

“Terminato il percorso di studi  – rispettando il più possibile i termini – , gli consiglierei di cogliere qualsiasi opportunità, assumersi dei rischi e provare. Sperimentare, esplorare il mercato del lavoro e seguire l’emozione. Credo, infatti, che se si ha un talento, questo va coltivato e sviluppato nel tempo. L’importante è non essere timidi, non arrendersi mai, migliorandosi in continuazione e cercando sempre di ampliare le proprie competenze, proprio perché –  fino ai 30 anni – le strade sono infinite come le possibilità di crescita”