Medici in prima linea? Sì, per una stabilizzazione

La salute è precaria. No non è il titolo dell’ennesimo avvertimento a coprirsi ed uscire nelle ore più calde della giornata, ma è sinteticamente quello che sta succedendo alla Sanità italiana.

Una settimana fa i camici bianchi hanno incrociato le braccia per manifestare contro una situazione che sta diventando insostenibile. Lo sciopero avrebbe raggiunto punte di adesioni fino all’80%, un numero importante anche in considerazione del fatto che sono stati garantiti dai medici tutti gli interventi urgenti e non differibili.

Stabilizzazione e rinnovo contrattuale, questi i due punti chiave della manifestazione “Il decreto Madia, che regolamenta la stabilizzazione dei precari storici, c’è ma non viene attuato. Se il Decreto fosse recepito e messo in funzione si potrebbe procedere alla stabilizzazione dei medici dipendenti ancora precari”. Queste le parole del Dr Maurizio Campiello, che aggiunge: “Ci troviamo quindi in una situazione in cui la norma si allontana dalla realtà. Il Decreto, infatti, prevede una stabilizzazione che tarda ad arrivare”.

Sul finire dello scorso mese la Ministra Madia avrebbe finalmente firmato la circolare del Decreto succitato, un piccolo passo verso quell’assunzione, auspicata da tanti precari, costretti ancora a vivere in una condizione di estrema instabilità. I fondi necessari per la stabilizzazione sono stati già approvati con la finanziaria del 2016. Tuttavia sarebbe necessaria una norma che li mettesse nella disposizione effettiva”.

Non è solo il problema della stabilizzazione ad agitare i medici, infatti, anche per quanto riguarda il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale si è fermi a 8 anni fa, quando invece andrebbe rinnovato ogni 3 anni. “Ci sono stati tavoli di confronto tra le parti sociali e lo Stato – spiega il Dr Campiello – ma, almeno fino ad ora, non si è giunti ad alcuna soluzione effettiva”.