L’occupazione aumenta. Il precariato, pure

Sogno o son desto? Sembra che qualcosa stia cambiando. È sempre meglio andar cauti quando si tratta di occupazione, ma secondo l’Istat, tra giugno ed agosto, si sarebbe registrata una crescita degli occupati.

Un trend che, come osservato negli ultimi mesi, lascerebbe ben sperare. Sempre nel periodo di riferimento – per intenderci, da giugno ad agosto – l’aumento degli occupati – ben 113 mila in più rispetto al trimestre precedente – sarebbe stato accompagnato da un calo sia dei disoccupati (-1,2%), che degli inattivi (-0,7%).

E poi dicono che gli italiani siano uno popolo di vacanzieri. Le statistiche rivelano tutt’altro. Nel solo mese di agosto – sempre secondo l’Istat – il numero degli occupati sarebbe ulteriormente cresciuto, registrando uno +0,2%, e cioè 36 mila lavoratori in più rispetto al mese di luglio. Questo, non avrebbe fatto altro che confermare la tendenza positiva già osservata negli ultimi mesi. Il tasso di occupazione sale così al 58,2% (+0,1 punti percentuali).

Una crescita tutta in rosa. L’occupazione sarebbe in questo caso favorita interamente dalla componente femminile. Una vittoria a metà, se si pensa che, ancora oggi, il tasso di occupazione femminile sia ora al di sotto di quello maschile di quasi 20 punti percentuali.

Quando si dice sfiga! Gli unici, infatti, a non godere di questa crescita congiunturale dell’occupazione sarebbero coloro che, per motivi anagrafici, stazionerebbero in quella forbice d’età compresa tra i 35 e i 49 anni. Nel frattempo, però, il tasso di disoccupazione sarebbe sceso all’ 11,2%. Uno stesso destino sarebbe toccato anche a quello giovanile, sceso al 35,2%. Più occupati, dunque, soprattutto tra i giovani. 

L’Istat fa poi sapere che, nel solo mese di agosto, vi sarebbero state 42 mila persone in meno in cerca di un’occupazione. Sarebbe, inoltre, calato il numero dei disoccupati (-36 mila), e degli inattivi(-94 mila). I numeri lascerebbero ben sperare, se non fosse che, al ridursi della disoccupazione sia seguito un preponderante aumento dei dipendenti a termine. E quindi, di coloro che abbiano stipulato un contratto a tempo determinato.

Sebbene questo trend, in base a quanto riportato dall’Istat, troverebbe conferma anche su base annua – con un aumento dei lavoratori dipendenti + 417 mila, di cui + 350 mila con contratto a termine e solo 66 mila permanenti –, tale risultato andrebbe, comunque, preso con le pinze. Un’analisi alquanto superficiale potrebbe, infatti, far pensare che sia stato il turismo stagionale – in primis – a spingere un’occupazione caratterizzata, per lo più, da contratti a termine.