Giornata nazionale contro l’omofobia: discriminazioni nel mondo del lavoro ne abbiamo?

Il lavoro è di sicuro un aspetto cruciale all’interno della nostra vita, e per la costruzione dell’identità identità individuale e di quella collettiva.

Tuttavia, il mondo del lavoro è tuttora un terreno accidentato per i lavoratori della comunità lgbt: le discriminazioni, così come i pregiudizi restano, anzi resistono, nonostante alcune realtà imprenditoriali si sia sviluppata già da tempo un’attenzione puntuale sul tema della diversity.

E sebbene siano trascorsi appena trent’anni da quando l’Oms ha eliminato l’omosessualità dal Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali; come ricorda in un post pubblicato su Facebook, Elena Bonetti, la ministra della Famiglia, tuttavia, come già si è detto, le discriminazioni nel mondo del lavoro restano. Persistono.

Risale a meno di un mese fa, la sentenza emessa dalla Corte di giustizia dell’Unione europea nella giornata di giovedì 23 aprile, in occasione della quale è stato dichiarato che: “Affermare pubblicamente di non voler assumere una persona Lgbt nella propria società rappresenta una violazione del diritto dell’Unione europea. E in questo senso rende possibile l’avvio di un’azione giudiziaria presso un tribunale di uno stato membro e la condanna delle persone coinvolte”.

Il lavoro, infatti, resta ancora un luogo in cui le discriminazioni attecchiscono e possono emergere sin dall’inizio, sin dal colloquio di lavoro, oppure incidere notevolmente sul futuro professionale di un qualunque individuo che a parità di competenze e qualifiche si trova ad essere scavalcato, non considerato, retribuito non equamente o si vede impossibilitato ad accedere a qualsivoglia avanzamento di carriera.

Alle possibili discriminazioni nell’accesso al lavoro, si affiancano poi una molteplicità di comportamenti discriminatori che si consumano sul luogo di lavoro: una condizione inaccettabile come sottolineato dallo stesso Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della Giornata nazionale contro l’omofobia che si celebra oggi.

Le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale costituiscono una violazione del principio di eguaglianza e ledono i diritti umani necessari a un pieno sviluppo della personalità umana che trovano, invece, specifica tutela nella nostra Costituzione e nell’ordinamento internazionale. È compito dello Stato garantire la promozione dell’individuo non solo come singolo, ma anche nelle relazioni interpersonali e affettive. Perché ciò sia possibile, tutti devono essere messi nella condizione di esprimere la propria personalità e di avere garantite le basi per costruire il rispetto di sé“.

Operare per una società libera e matura, basata sul rispetto dei diritti e sulla valorizzazione delle persone, significa non permettere che la propria identità o l’orientamento sessuale siano motivo di aggressione, stigmatizzazione, trattamenti pregiudizievoli, derisioni nonché di discriminazioni nel lavoro e nella vita sociale“.

Conclude Mattarella

Come recita l’art. 3 della nostra Costituzione: “Tutti i cittadini hanno pari dignità e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali“. La nostra Costituzione ha poco più di 72 anni, 1 gennaio 1948 – 1 gennaio 2020, però è ancora attuale, così come sono attuali i suoi principi. Il messaggio del Presidente della Repubblica, richiama infatti alla memoria i diritti fondamentali di libertà ed eguaglianza che troppo spesso vengono dati per scontato, e senza i quali non è possibile il pieno sviluppo della persona e, quindi della società stessa.

Dobbiamo impegnarci tutti e di più per combattere i pregiudizi e le discriminazioni nei confronti delle persone LGBTI che continuano quotidiana Giornata nazionale contro l’omofobia mente a vivere nella paura e nell’insicurezza. E’ una questione di diritti umani che riguarda tutti noi. Tutte le persone hanno gli stessi diritti e non possiamo più tollerare la violenza e la discriminazione nei confronti delle persone gay, lesbiche e transgender“: così Triantafillos Loukarelis direttore dell’UNAR – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

La soluzione sarebbe semplice: basterebbe non discriminare, perché quando puntiamo un dito contro qualcuno, tre dita sono rivolte contro di noi.

Il concetto è semplice e speriamo che venga afferrato dalla moltitudine il più presto possibile.