Donne, lavoro e maternità: per Boeri una soluzione c’è

Hai figli?”, “Stai per averne?” o “Li hai avuti da poco?”: ecco, quando le risposte diventano più scomode e discriminanti delle stesse domande. Essere donna, madre e lavoratrice in molti casi – qui in Italia – è una vera e propria impresa.

In un Paese trai i primi al mondo per invecchiamento della popolazione, in cui – secondo quanto riportato dall’Istat nel report Anziani, condizioni di salute in Italia e nell’Unione europea – i notevoli progressi della sopravvivenza e la contestuale riduzione della fecondità hanno rivoluzionato la struttura demografica della popolazione italiana,  appaiono quanto mai controverse le discriminazioni a cui le donne, e in particolar modo le neo mamme, sono sottoposte nel mondo del lavoro.

Con una quota molto bassa di giovani e una quota di anziani tra le più elevate a livello europeo, a cui si va poi ad aggiungere un calo preponderante delle nascite, pensare che la maternità rappresenti ancora oggi un fattore discriminante per le donne, è assurdo! In uno scenario non proprio apocalittico,  la gravidanza può, ancora, coincidere con la fine della propria carriera, oltre che rappresentare un rischio per qualsiasi lavoratrice, che aspiri ad un avanzamento di carriera.

Una piaga dilagante, che si unisce a ben altre discriminazioni di genere che contraddistinguono il mondo del lavoro. Eppure c’è chi intravede una soluzione. Si tratta del Presidente dell’Inps Tito Boeri che, in occasione della Conferenza nazionale sulla famiglia, ha proposto una decontribuzione per favorire il reinserimento lavorativo delle neomamme.

Non solo i giovani, ma anche le neomamme. In vista della nuova legge di Bilancio, contente un nuovo pacchetto – lavoro per i giovani, Boerio ha ribadito la necessità di estendere la decontribuzione – una una riduzione degli oneri previdenziali che gravano sul salario lordo di un lavoratore dipendente – anche alle donne lavoratrici dopo il periodo di maternità.

La proposta: abbassare le tasse per chi assume neo mamme. L’idea, lanciata dal presidente dell’Inps, servirebbe ad incentivare i datori di lavoro ad assumere le donne che avessero terminato il periodo della maternità. Boeri ha sottolineato che: “La crescita delle famiglie dipende dal lavoro delle donne” e che, in Italia chi lavora ha: “alti costi legati alla genitorialità“.

Dopo la maternità, solo il 10 % delle donne rientrano nel mondo del lavoro, subendo, tra l’altro, la perdita di un terzo del proprio reddito. “Questo vuol dire che il problema vero è il rientro nel mercato del lavoro“, spiega lo stesso Boeri. E dunque, per favorirne il rientro, la decontribuzione potrebbe essere un utile incentivo.

Ma tale soluzione, da sola, non basterebbe. Secondo Boeri, l’ostacolo maggiore sarebbe un altro: la cultura. “Deve cambiare anche la cultura, In Italia il lavoro di cura ricade prevalentemente sulle donne mentre gli uomini solo nel 3% dei casi utilizzano il congedo facoltativo dopo la nascita del figlio”.