Dalla Cina con furore uno studente tutto made in Italy

Questa volta, Nati Precari #OnTheRoad di chilometri ne ha fatti. E pure tanti! Ci siamo spinti fino in Oriente, ad Hangzhou per la precisione. Ed è proprio lì, in una delle città che si appresta ad essere la prima tra le più industrializzate e all’avanguardia del mondo, che abbiamo incontrato Rosario Delle Serre, che ci ha raccontato la sua particolare esperienza di studente “fuori sede”.

Perché hai deciso di trasferirti? “Essendomi laureato in Lingue Orientali mi sembrava necessario vivere un periodo di studio all’Estero. Ora mi trovo qui, in Cina, da circa due mesi per studiare Business”.

Raccontaci un po’ di questa tua scelta: “Avevo visitato Hangzhou, la città de “Il Milione” di Marco Polo, già un anno fa e mi era piaciuta tantissimo. Si tratta di una città molto sviluppata, ma è anche ricca di risorse naturali e culturali. E se durante la settimana, solitamente, frequento i corsi all’università e poi torno a casa a studiare, il week end diventa, invece, l’occasione per visitare nuovi posti e scoprire un luogo così bello e diversissimo dall’Italia”.

Come è stato l’impatto con questa nuova realtà? “Il primo impatto è stato molto forte. Devi abituarti e adattarti a numerosissime cose: dalla intricatissima metro al clima, dalla cucina alle nuove modalità di pagamento, come quella con lo smartphone. Qui, i contanti non si usano quasi mai! A tutto questo si aggiunge la burocrazia: abbastanza veloce per i cinesi, ma incredibilmente lenta per gli stranieri”.

E continua: “Ti trovi da solo dall’altra parte del mondo e in poco tempo devi adattarti ad una realtà completamente diversa da quella di origine. Inizialmente ti senti spaesato, ma allo stesso tempo, tutto questo ti fa sentire vivo. Qui c’è un mondo in evoluzione, che cambia continuamente ben diverso dall’immobilismo italiano”.

Qual è la cosa più sorprendente che ti è capitata fino ad ora? “Ero seduto in metro e scambiavo messaggi con dei miei amici al cellulare. All’improvviso mi voltai verso destra e notai che una ragazza cinese mi stava scattando una foto in primissimo piano. Sorpreso, e al tempo stesso imbarazzato, le chiesi il motivo di quel suo gesto, e lei mi rispose dicendo che avevo delle ciglia così lunghe da doverle immortalare!”.

Com’è cambiata la tua vita? “Vivo una vita molto più movimentata e intensa, a volte anche troppo. Nel frattempo, però, sto incontrando tantissime persone provenienti da ogni parte del mondo. In questo modo puoi ampliare la tua mente, e capisci subito che in questo mondo non c’è spazio per il pregiudizio. Inoltre la Cina è un Paese immenso, contraddittorio e bellissimo, ogni giorno ti sembra di scoprire qualcosa di nuovo, e questa è una bellissima sensazione”.

C’è qualcosa che ti manca dell’Italia? “Il cibo, la famiglia, gli amici e quelle quotidianità che impari ad apprezzare solo quando le perdi”.

Per il tuo futuro, che progetti hai? “Spero di ottenere una borsa di studio per un master. Qualora non ci riuscissi, ritornerei direttamente per cercare lavoro. Qui, infatti, le opportunità non mancano! E in un futuro, per quanto questo possa essere tortuoso e imprevedibile, piacerebbe insegnare la lingua e letteratura italiana”.

Che consiglio daresti ad un tuo coetaneo? “Lanciati! Non aspettare e non temere nulla. Questa è l’età degli errori e del coraggio, dei cambiamenti. Lanciati in nuove cose e non aver paura. In futuro, guardandoti indietro, dovrai poter dire a te stesso: ho fatto il possibile e non ho rimpianti! Le esperienze all’ Estero ti cambiano. Ti cambiano, eccome! Ma, soprattutto, ti resteranno per sempre nel cuore e nella mente”.