Breve storia triste sul lavoro: cambia poco, per non cambiare nulla

Manca poco alla fine dell’anno e come di consuetudine è periodo di iniziare a tracciare un bilancio sui mesi che ormai ci sono alle spalle. Come si è comportato in Governo in ambito lavorativo? Questo 2017, anche se ancora in corso, può considerarsi un anno positivo sul fronte lavoro?

La risposta è nì. Se da una parte il Governo è venuto incontro alle esigenze del Paese, visti i risultati non si può dire che abbia operato al meglio. Due, le voci che finiscono su quest’ipotetico banco degli imputati: il Decreto MadiaPresto (il nuovo contratto di prestazione occasionale). Il lavoro va salvato, e l’occupazione incrementata: ma, l’impressione è che, nonostante le buone intenzioni, si perda di vista l’obiettivo strada facendo.

Facciamo Presto, mi fa volare….

E il volo il Governo Gentiloni, l’ha spiccato. Ma, solo, per far dietro front.  Dopo che la Corte Costituzionale aveva autorizzato i quesiti posti in essere dai Sindacati per l’abrogazione dei voucher, il governo li ha dapprima aboliti, per poi reintrodurli a luglio dello stesso anno, col nome di “Presto”.

Che sia stata la paura di una bocciatura alle urne il motivo di questo virtuosismo legislativo?

Altra voce che ha caratterizzato questo 2017 è stato sicuramente il Decreto Madia, sulla stabilizzazione dei precari della pubblica amministrazione. Anche qui, come nel caso dei voucher, il Governo è sembra aver perso la retta via. Il problema del Decreto – come evidenziato anche dalla manifestazione dei precari del Cnr dello scorso 4 ottobre – è quello di non aver sbloccato i finanziamenti necessari per la stabilizzazione dei lavoratori precari.

 

Da qui a fine anno dovrà essere approvata la Legge di Bilancio 2018, e si spera che i lavoratori e i giovani vengano tenuti in maggiore considerazion